Cari lettori,
scriviamo per raccontarvi le nostre impressioni sull’incontro del 26 marzo scorso con Francesco Bono, tecnico di Manta che lavora come volontario nell’ospedale di Sololo, nel nord del Kenya. L’ospedale, fondato degli anni Cinquanta per iniziativa di un vescovo della nostra provincia, oggi è composto da vari edifici, con circa 70 posti letto e all’anno costa come due letti d’ospedale in Italia!
Ci hanno colpito molto le storie delle persone che vivono in quel paesino, raggiungibile dalla capitale Nairobi con tre o quattro giorni di viaggio, se le strade non sono fangose. Persone che ogni giorno faticano per un po’ di pane e per alcuni litri d’acqua, che sono pronte a percorrere tantissimi km sotto il sole cocente per portare i propri figli all’ospedale e che per pochi soldi sono pronte a fare qualsiasi lavoro. Negli ultimi anni ci sono stati periodi lunghissimi di siccità che hanno causato molte vittime, soprattutto bambini; per avere 25 litri d’acqua servono 12 ore di cammino e giorni e giorni di attesa al pozzo. Per questo sono stati costruiti due laghi artificiali e due pozzi; l’acqua però è molto salata, sgradevole da bere. Ci abbiamo pensato su, e ci è sembrato impressionante lo spreco che avviene nelle nostre famiglie, soprattutto nell’uso dell’acqua.
Mentre guardavamo le foto, abbiamo riflettuto molto sulla misere condizioni di vita della gente; ci ha colpito la storia della suora che dirige l’ospedale e che con la sua grande forza di volontà è riuscita a fare moltissimo.
Anche Francesco ci ha colpiti con la sua affabilità, competenza, passione, impegno, con le citazioni dei Pink Floyd e le immagini di un luogo lontano che ci è sembrato più vicino. Cercheremo di fare qualcosa anche noi per gli Ultimi.
L’incontro è stato utile, piacevole ed emozionante per tutti noi; conoscere testimoni di ciò che accade nei paesi poveri è più toccante delle spiegazioni dei libri o della tv.
Grazie, Francesco, e buon lavoro a Sololo!
Classi terze, scuola secondaria di Venasca