2024, un anno intenso

Il 2024 sta per terminare. Un anno molto, veramente molto intenso per tutti noi che facciamo parte del Gruppo Missionario Sololo Mission Hospital.

Un anno intenso in termini di impegno, di viaggi, di emozioni ma anche di momenti di dolore. Sono proprio questi ultimi che ci hanno segnato profondamente. Prima, la scomparsa di Silvio (il dottor Galvagno). Poi, quella improvvisa ed inaspettata di Paolo Mattio. Entrambi hanno lasciato un segno indelebile, anche se in modo completamente diverso.

Silvio è stato il primo mantese a raggiungere Sololo, dove ha lavorato per anni. In silenzio e con tanta umiltà ha fatto cose grandi con i pochi mezzi a disposizione. Ci ha trasmesso l’amore per gli ultimi, la dedizione, l’impegno, la disponibilità verso gli altri, senza mai pretendere nulla per sé. Principi che abbiamo fatto nostri e che costituiscono la base sulla quale è fondato il gruppo missionario.

Paolo è stato un elemento trainante del gruppo, con il suo entusiasmo e la sua voglia di fare per gli altri. Praticamente instancabile nel cercare aiuti per le nostre Missioni. Grazie a lui abbiamo deciso e poi realizzato i lavori di quest’anno: impianto fotovoltaico alla scuola “Bishop Cavallera Secondary School” di Karare; impianto fotovoltaico alla Missione di Illeret; impianto fotovoltaico alla Casa delle Suore di Madre Teresa a Marsabit; impianto fotovoltaico all’asilo delle Suore di Nazareth a Marsabit; lavori di messa in sicurezza alla Scuola di Karare e alla Missione di Maikona… e ci sono missioni tecniche ancora in corso.

Silvio e Paolo: due approcci diversi, entrambi però con la stessa finalità: mettere le proprie capacità a disposizione di chi ha bisogno, degli Ultimi e dimenticati.

Un anno intenso, come detto prima, anche di emozioni e di soddisfazioni. Tra le tante, vi mostriamo alcune foto. Immagini gioiose di bambini seduti alla mensa della scuola “Father Tablino Academy”.  Arrivano da Maikona, la Missione nel Chalbi dove due anni fa è stato trivellato un pozzo con il contributo della Diocesi di Saluzzo. Il refettorio, una semplice veranda con il pavimento in cemento e il tetto in lamiera, è l’ultima costruzione realizzata da don Claudio con il nostro contributo, per questa scuola iniziata pochi anni fa con 36 bambini e che adesso ha già più di 100 allievi. In pieno deserto.

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